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A lo cubano ..somos todos americanos - parte terza

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A lo cubano ... somos todos americanos! / 3

Etnomusica XII (terza e ultima parte): Viaggio nella Musica Cubana di ieri, di oggi, di sempre.

Benvenuti al Tropico del Cancro che nel Golfo del Messico attraversa il Mar dei Caraibi tra l’Havana e Santiago de Cuba circondando l’isola con acque calde e comunque sempre temperate che ne fanno una meta preferita del turismo internazionale. Ma non è – come ho gia detto in chiusura del capitolo precedente – l’unico interesse del turista che affronta le incongruenze di un paese solo per certi versi ‘vivace’. Il buon intenditore di musica ben sa di trovare qui la musica più originale del momento. In tutto l’universo mobile e fluido della cultura musicale e nella costante sfida nel mondo globalizzato della danza il ‘salsa cubano’ segna il trionfo della musica latina e afro-americana, in quanto sintesi esplosiva di vitalità ch’è quasi impossibile pensare di resistere a quella che oggi è considerata la ‘fuente’ del ritmo per eccellenza, che sta progressivamente contagiando anche l’Europa. “Infatti, - scrive Ivo Franchi sulle pagine della rivista Meridiani dedicata a Cuba - passeggiando per le strade delle città o sulle spiagge assolate dei cayos, sembra che il silenzio sia bandito. Dagli altoparlanti viene diffusa musica a tutto volume, registratori e radio portatili trasmettono le note malinconiche del ‘feeling’ melodico-sentimentale e la gente più che camminare, ondeggia sui fianchi a passo di danza, fischiettando i motivi più in voga del momento.”
Se è vero che tutto si mescola a Cuba, va detto che in musica l’isola ha raggiunto un primato che nessun altro paese può toglierle, quello dell’eccellenza ritmica che pure alcuni attribuiscono alla musica brasiliana. Volendo fare un esempio pratico si può mettere a confronto la realtà cubana con quella brasiliana, la differenza si avverte in quanto i ‘carioca’ brasiliani hanno messo nella loro musica la ‘saudade’, un sentimento che abbassa il tono della loro pur colorita vivacità; ciò che non riguarda affatto la musica cubana nel suo insieme, lì dove la creatività strumenale e quindi l’improvvisazione, raggiungono una tale evidenza da sconfessare qualsiasi apporto convenzionale. “Si dice – scrive ancora Ivo Franchi – ‘date a un cubano due pezzi di legno, una scatola di lattae il vecchio schienale di una sedia e improvviserà per voi una travolgente festa musicale”.
L’occasione non è mancata al gruppo Orishas che fin dagli inizi si presentò sulla scena internazionale con un mix di latin-rap-cubano formidabile che fin da subito permise loro di raggiungere il successo desiderato. Formatosi ad Havana nel 1999 ne facevano parte: Yotuel Romero, Ruzzo Medina, Roldán, Riverí Medina e, in passato, anche Flaco-Pro, il gruppo ha registrato cinque album, tra cui una raccolta, tutti pubblicati dalla divisione latina dell'etichetta discografica Universal, e riscossere numerosi riconoscimenti e premi: Latin Grammy Award alla miglior canzone urbanLatin, Grammy Award al Miglior Videoclp, Latin Grammy Award al miglior urban album. Il loro primo disco ‘ A lo cubano’ risale al 2000 divenuto per un certo tempo ‘inno’ dei moderni giovani cubani. La canzone ebbe un discreto successo anche in Europa in paesi quali Svizzera, Francia, Belgio e Spagna, ed inclusa nella compilation del Festivalbar di quell'anno in Italia. Il gruppo ha anche partecipato alle colonne sonore di diversi film tra cui ‘The Fast and the Furious’, con la canzone ‘Atrevido’, e ‘...E alla fine arriva Polly’, con il brano ‘Represent’. Altri album pubblicati: ‘Emigrante’ (2002); ‘El kilo’ (2005); ‘Cosita buena’ (2008). Nel 2010 il gruppo ha annunciato il ritiro dalle scene, nonostante il buon successo riscosso nella loro carriera.

‘A lo cubano’

A lo cubano
Botella´e ron tabaco habano
Chicas por doquier
Ponche en Café Guano
Aquí mi vida para los mareaos
A lo cubano
Botella´e ron tabaco habano
Chicas por doquier
Ponche en Café Guano
Aquí mi vida para los mareaos
No no no no
A lo cubano
Directamente de Panam
De Paris pa ser exacto
De Cheguan, donde están
Los de la nueva generación son
Y mira ponte en el fuego de la acción
Con presión de la lírica mística suchíca
La rumba ha comenzado con Anga Flaco Pro
El negro Yoruba, hijo´e Eleggua candela
Escucha como suena no hay más na
Sonido fuerte, ardiente y pegajoso
Si te rozo te destrozo
Mi flow que calma sin fatiga a los nerviosos
Con mi conexión controlando bien mi lengua
Pegao hasta el techo quiero que lo entiendas.
A lo cubano
Botella´e ron tabaco habano
Chicas por doquier
Ponche en Café Guano
Aquí mi vida para los mareaos
A lo cubano
Botella´e ron tabaco habano
Chicas por doquier
Ponche en Café Guano
Aquí mi vida para los mareaos
No hay quien me pare
Aquí mira voy a seguir
Yo represento ron, mulata, cuba hasta el fin
Mi Orishas como un imperio voy a construir
Yo te dejo mi tema como mi emblema cest fini
No no te vayas
Mi gente Orishas, el mundo pa la valla
De oriente hasta occidente gritamos a la batalla
Mi gente en talla
Y todo el yack se te desmaya
Y te me callas.
Ya te lo dijo el Guerrero
Ruzzo, Flaco Pro y Roldán
De Panam a Kivicán
Con un estilo rumbero
Hay que quitarse el sombrero
Frente a mi Orishas a hip hop
Sal de la cueva conejo
Que llegó tu guaguancó
A lo cubano
Botella´e ron tabaco habano
Chicas por doquier
Ponche en Café Guano
Aquí mi vida para los mareaos
A lo cubano
Botella´e ron tabaco habano
Chicas por doquier
Ponche en Café Guano
Aquí mi vida para los mareaos
A la del cuello estoy
Y vengo dando tacazos
Ya se pa que cuerpazo el dj tira razo
El control de tu mente rebaso, paso, doy
Al momento preciso para los mariachis
Que escriben pa tirarlo al precipicio
Dejen ese oficio, te saque de quicio
El público la amenaza poniendo pa´lante el pico
Y ahora te lo disparo en chino
Voy a adelantal
La constitución
Del quinto mandamiento dice
En el saglado liblo de la métrica temática
Que guarda el señor tiempo y tu centro
Del cual yo soy honorable emperador
Y utilizo mi lengua como un tenedor
Para desceleblarte a ti so melón
Miko Niko la Amenaza
Bye bye flow.
A lo cubano
Botella´e ron tabaco habano
Chicas por doquier
Ponche en Café Guano
Aquí mi vida para los mareaos.

Autentici eroi della ‘gioventù’ cubana di un tempo sono però i componenti ormai centenari, riscoperti dal geniale Ry Cooder che li ha voluti nel memorabile evento di “Buena Vista Social Club”, dal nome di un ‘club’ dell’Havana attivo dal 1932, riservato ai neri. Inizialmente riservato ai neri il Buena Vista aveva raggiunto con il tempo una tale notorietà che diversi celebri cubani gli avevano dedicato canzoni: così Arsenio Rodríguez con ‘Buena Vista en guaguancó’ e Israel ‘Cachao’ López con ‘Club Social Buena Vista’. Prima del 1959, esistevano a Cuba diverse società, spesso legate alle differenti etnie: quella nera, quella spagnola, quella cinese e altre ancora. Per quanto riguarda la prima di queste, le più famose furono la Unión Fraternal, Las Águilas, Marianao Social, Atenas, Antillas, Isora, Jóvenes del vals e, infine, il Club Social Buena Vista, che prendeva il nome da Buena Vista, il quartiere dell'Avana.
Quando nel 1939 si inaugura la sala che poi diverrà il Tropicana, distante un chilometro dalla sede del Buena Vista, questo si trasferisce nell'antico quartiere Alturas de almendares. Il club, oltre a fornire servizi tipici di un'associazione (come lezioni di cucito per le adolescenti), concentrava i suoi sforzi nell'organizzazione delle sale da ballo: orchestre di varia estrazione accompagnavano i balli della tradizione cubana. La strada su cui affacciava l'ingresso del club si riempiva di appassionati, spesso bianchi color latte cui era negato l'ingresso. Nel 1959 fu vittima anche dell'ondata riformatrice dei primi anni della rivoluzione, con il primo presidente della Cuba rivoluzionaria, il cristiano-sociale Manuel Urrutia Lleó, e ritenuto un luogo di decadenza, così come molti altri club e ritrovi, anche ambigui, della dittatura. La successiva svolta comunista del governo, con leader Castro, ebbe come indirizzo l'abolizione dei club riservati a singole etnie o gruppi di sodali a favore dell'apertura di centri di socializzazione privi di discriminazioni sociali o etniche, cosa che ne decretò la chiusura definitiva nel 1962.
Con la campagna del 1968 ‘medidas especiales’, (misure speciali) che volle dare un'accelerazione in tal senso, la musica popolare, ritenuta poco consona al ‘socialismo reale’ di quegli anni, passò in second'ordine rischiando di perdere molti artisti per emigrazione o perdita di visibilità. Memore di questa antica gloria quasi dimenticata, Juan de Marcos González, direttore del gruppo Sierra Maestra, decide di mettere insieme un'orchestra che riunisca la storia e gli elementi più brillanti del son e del resto della musica tradizionale cubana, la Afro-Cuban All Stars. Nel 1995, González viaggia a Londra, al fine di promuovere il disco ‘Dundumbanza’. Ne parla con Nick Gold, presidente della World Circuit Records: la proposta è quella di produrre un disco con un ven tú (una selezione di all stars della vecchia guardia), allo scopo di riunire alcuni musicisti affermati ma un po' dimenticati e riscattare il genere delle big band di jazz afrolatino. Gold abbraccia l'idea e con la Afro Cuban All Stars mette insieme Compay Segundo, Ibrahim Ferrer, Manuel ‘Puntillita’ Licea, José Antonio ‘Maceo’, Pío Leyva, Raúl Planas, oltre a musicisti della stazza di Manuel ‘Guajiro’ Mirabal, Javier Zalba, Orlando López ‘Cachaíto’, Rubén González, Miguel Angá. Solo nel 1996 vengono pubblicati tre dischi, tra cui ‘Buena Vista Social Club’ e ‘A toda Cuba le gusta’. Il primo vince il Grammy del 1998, nella categoria della musica tradizionale oltre a divenire un enorme successo pop-jazz.

Nel 1996, *Ry Cooder, chitarrista e compositore americano, invitato da Gold a registrare una session con due anziani musicisti del Mali che avrebbero dovuto collaborare con alcuni musicisti cubani, viene a sapere che i due musicisti del Mali, non avendo ottenuto i visti, non erano stati in grado di raggiungere Cuba per cui bisognò cambiare i piani iniziali e decidono di registrare un album di son cubano con musicisti locali. Nel progetto, vengono coinvolti tutti i musicisti che dovevano entrare a far parte del precedente progetto abortito. Poco dopo esser tornato da Cuba e aver registrato il disco ‘Buena Vista Social Club’, Cooder inizia a lavorare con Wenders alla colonna sonora di ‘Crimini invisibili’, terza collaborazione tra i due artisti. Per quanto Wenders non conoscesse per niente la musica cubana, si entusiasma ascoltando le registrazioni che Cooder gli fa ascoltare e acconsente a viaggiare fino all'Avana per filmare il primo disco solista di Ibrahim Ferrer, ‘Buena Vista Social Club Presents: Ibrahim Ferrer’ (1998):

“Dos Gardenias” – bolero che ascoltiamo (nel disco) da Ibrahim Ferrer

Dos gardenias para ti
Con ellas quiero decir:
Te quiero, te adoro, mi vida
Ponle toda tu atenciòn
Porque son tu corazòn y el mio.

Dos gardenias para ti
Que tendràn todo el calor de un beso
De esos besos que te dì
Y que jamàs encontraràs
En el calor de otro querer.
A tu lado viviràn y se hablaràn
Como cuando estàs commigo
Y hasta creeràs que te diràn:
Te quiero, te adoro
Mi vida.

Pero si un atardecer
Las gardenias de mi amor se mueren
Es porque han adivinado
Que tu amor me ha traicionado
Porque existe otro querer.

Ma vediamo chi erano i membri che facevano e parte di quella che è stata la più felice ‘reunion’ del secolo:

Juan de Marcos González - percussioni, *Ibrahim Ferrer - voce, *Rubén González - piano, *Compay Segundo - chitarra e voce, Idania Valdés - voce, Pío Leyva - voce, Manuel "Puntillita" Licea - voce, Orlando "Cachaíto" López - contrabbasso, Manuel "Guajiro" Mirabal - tromba, *Eliades Ochoa - chitarra e voce, *Omara Portuondo - voce, Barbarito Torres - laud, Amadito Valdés - timbales,Nick Gold - produttore per la World Circuit Records.

Ecco un tipico ‘bolero’ di Maria Teresa Vera e Guillermina Aramburu cui Omara Portuondo presta la sua voce e la sua commozione:

“Veinte años”

Qué te importa que e ame
si tu no me quieres ya
el amor que ya ha pasado
no se puede recordar.
Fui la ilusiòn de tu vida
un dia lejano ya,
hoy represento el pasado
no me puedo conformar.
Hoy reprtesento el pasado
no me puedo conformar.
Si las cosas que uno quiere
se pudieran alcanzar
tu me quisieras lo mismo
que veinte años otràs.
Con qué tristeza miramos
Un amor que se nos va,
es un pedazo del alma
que se arranca sin piedad.

Non potendo qui parlare di ogni singolo strumentista, possiamo però spendere alcune parole su quelle che sono le ‘voci’ (*) portanti che hanno fatto del Buena Buena Vista Social Club Tour un avvenimento di portata internazionale che ha toccato numerosi paesi americani ed europei, nel disco come nel film, con i suoi ritmi di sempre: dal ‘son cubano’ al ‘bolero’, dal ‘punto guajiro’ al ‘danzon’, al ‘mambo’ ecc. Numerose sono inoltre le canzoni che, seppur datate, hanno trovato una nuova eco mondiale, facendo letteralmente impazzire le nuove generazioni: ‘Chàn, chàn’, ‘El cuarto de Tula’, ‘Dos gardenias’, ‘Candela’, ‘El carretero’, ‘Viente años’, ‘De camino a la vereda’, ‘Amor de loca juventud’, ‘Y tu que mas echo?’, inoltre allo straordinario ‘Mandinga’ e quel ‘Buena Vista Social Club’ che ha dato il titolo all’album, con la partecipazione straordinaria, come si dice nel cinema, di Ry Cooder in veste di produttore e musicista. Iniziamo quindi proprio da Cooder che ha riunificato e ha dato una spinta determinante alla rinascita della musica cubana:

*Ryland Peter Cooder, più noto come Ry Cooder, oltre ad essere celebre per la sua notevole tecnica alla slide guitar, è noto soprattutto per una serie di album in cui ha esplorato vari generi della musica americana ‘delle radici (roots music). Con il tempo la sua ricerca etnomusicale si è man mano ampliata arrivando a toccare culture diversissime tra loro, dal raga indiano ai ritmi sudamericani passando per la musica africana. È al trentunesimo posto della lista dei cento migliori chitarristi stilata dalla rivista Rolling Stone. Sa suonare numerosi strumenti a corda, tra i quali anche il mandolino, il bouzouki, la chitarra Weissenborn ed altri. Viene inoltre riconosciuto per l'uso singolare che fa del ‘Bottleneck’ con la chitarra acustica, La sua tecnica chitarristica è improntata all'uso di varie accordature aperte e da uno stile raffinato. Inoltre ha lavorato come session man e composto numerose colonne sonore, di cui forse la più conosciuta è quella del film ‘Paris, Texas’ di Wim Wenders (1984). Cooder ha basato questo suo lavoro con la nota title track sul pezzo ‘Dark Was the Night’ (Cold Was the Ground) di Blind Willie Johnson, pezzo che egli descrive come “ il più pieno d'anima, il più trascendente della musica americana”.
Ry Cooder inoltre ha contrassegnato uno dei momenti più importanti per la musica più in generale con l'utilizzo della sua ‘slide guitar’ nelle colonne sonore dei film di Walter Hill ‘I cavalieri dalle lunghe ombre’ (The Long Riders) del 1980, ‘I guerrieri della palude silenziosa’ (Southern Comfort) del 1981, ‘Chi più spende... più guadagna’ (Brewster's Millions) del 1985, e quel ‘Mississippi Adventure’ (1986) dedicato alla leggenda del blues Robert Johnson. Ma ben altre vanno qui citate: ‘Ancora vivo’ (Last Man Standing) (1996), e ‘I colori della vittoria’ (Primary Colors) del 1998 diretti da Mike Nichols; e ‘Crossworld’ di … del… . Nonché per essere il principale iniziatore, nel 1996, del celebre progetto Buena Vista Social Club. Nel 2011 inoltre ha pubblicato per la storica casa editrice americana ‘City Lights’ la raccolta di racconti ‘Los Angeles Stories’, la sua prima opera di narrativa pubblicata in Italia a settembre 2012 da Elliot Edizioni.

*Rubén Gonzàlez, pianista, pressoché sconosciuto per tutti noi fino alla sua partecipazione al BVSC disco e film, è considerato una leggenda vivente per la gente cubana e un eccezionale esponente del cuban jazz , riesce ancor oggi a coinvolgere e ad entusiasmare con il cui ‘touch’ unico, fra i più raffinati ed eccellenti al mondo. ‘Introducing Rubén Gonzàlez’ e ‘Chanchullo’ sono i due album registrati per la World Circuit Production, frutto di un lavoro paziente di ricerca sulla musica cubana che Rubén Gonzàlez ha realizzati con una eccezionale band ritmica e vocale che lo accompagna, riunita per l’occasione e formata da autentici ‘virtuosi’ degli strumenti, come abbiamo potuto apprezzare nel film di Wenders. Due soli album in quasi cento anni di vita passati a fare jazz e che, tuttavia, ci restituiscono di Rubén il piacere del suo famoso ‘touch’ nei brani-covers quali ‘Pa gozar’, ‘la lluvia’, Choco’s guajira’, ma anche la dolce ‘Quizas, quizas’, la frenesia di ‘Cubancero’, il fuoco di ‘Mandinga’ e la strepitosa versione-jazz di ‘Siboney’ di Lecuona. In vero quel ‘touch’ che esalta e predomina in ogni pezzo sollecitando il trasporto sentimentale e romantico, talvolta passionale intrinseco di tutta la musica cubana.
Davvero interessanti sono anche i due libretti che accompagnano i CD e che oltre alle note riferite ai componenti la band e alle immagini di repertorio, offrono un’ampia documentazione e visualizzazione per mezzo di foto del personaggio Rubén Gonzàlez com’era ieri e come si presenta quest’oggi. Ma se per l’uomo sono passati gli anni, non possiamo dire altrettanto della sua musica che una migliore tecnologia permette oggi di gustare nel pieno delle sue prestazioni. Sarà indubbiamente cambiata dai suoi inizi, ma non è detto che risenta degli anni passati, in quanto l’’essenza cubana’ sembra aver conservata la stessa vitalità di un tempo, semmai rinvigorita dal nuovo sound moderno dell’elettrificazione ma che Rubén dimostra a pieno titolo di saper governare.

*Omara Portuondo, voce tra le più celebrate della musica cubana, la sua storia inizia negli anni ’50 quando si esibiva con la sua band riproponendo brani appartenenti alla tradizione dei diversi ‘spiriti’ dell’anima cubana. Uno stile per così dire ‘melancolico’ che pur essendo cambiato con gli anni conserva l’autentico fascino di quel vissuto sentimentale che si trasmette inalterato attraverso il tempo e che detiene la consapevolezza, o forse l’inconsapevolezza, di un romanticismo valido sempre, in ogni epoca. Approdata nel jazz negli anni ‘70/’80 Omara ha fatto della sua voce un’incredibile mistura di blues carico di sensualità e accettazione dimessa dei sentimenti. Come nella ‘canciòn’ di Urbano Gomez Montiel e Y. De la Fuente che qui propongo e contenuta nel suo album omonimo ‘Omara Portuondo’:

‘Canta lo sentimental’

Esta tristeza se niega al olvido
como la penumbra a la luz,
quiera el destino que puedas volver
un dia para recordar.
Sentimental mi ventana se vuelve,
las cosas parecen pensar
Liueve en la calle y dentro de mi
canta lo sentimental.
Todos los dias me duele
la tristeza que me da
y se me cae del recuerdo
un nido de soledad.
Para volar mi paloma se tiende
como un pañuelito de luz.
Baila la lluvia y dentro de mi
canta lo sentimental.

*Compay Segundo - chitarra e voce, pseudonimo di Máximo Francisco Repilado Muñoz è stato un compositore, musicista e cantante cubano. Nacque a Siboney, presso Santiago nel 1907, scrisse la sua prima canzone ‘Yo vengo aquí’ a quindici anni e cominciò a suonare il clarinetto a tredici, per poi passare successivamente alla chitarra e all'armonico, uno strumento musicale di sua invenzione a sette corde simile ad una chitarra. Fece parte di varie formazioni ma il grande successo popolare arrivò quando, insieme a Lorenzo Hierrezuelo, formò il duo Los Compadres. A quel periodo risale il soprannome di Compay Segundo attribuitogli da un presentatore radiofonico perché nel duo egli faceva la seconda voce, mentre Lorenzo Hierrezuelo fu soprannominato Primo Compay. Negli anni cinquanta formò i Compay Segundo Y Su Grupo, ma successivamente il suo nome finì nell'oblio e Compay Segundo, pur non abbandonando mai la musica, lavorò in una fabbrica di sigari. Negli anni novanta, ormai in pensione, il mondo musicale tornò ad occuparsi di lui, e così ebbe la possibilità di tenere concerti anche in Europa. Il vero grande successo arrivò però nel 1997 con il film Buena Vista Social Club di Wim Wenders e con l'album della colonna sonora, che vinse numerosi premi Grammy. Dopo l'uscita del film tenne anche alcuni concerti in Italia durante i quali, a 93 anni, entrava in scena ballando e restando in piedi per oltre un'ora. Scherzosamente diceva che avrebbe voluto vivere fino a 116 anni, l'età della morte di sua nonna. Riguardo alla nascita del brano che sempre lo accompagna ha detto: “Io non ho composto ‘Chan Chan’, l’ho sognata, io sogno la musica. A volte mi sveglio con una melodia in testa, sento gli strumenti in modo molto chiaro. Allora guardo fuori dal balcone e non vedo nessuno, ma sento la musica come se fosse suonata in strada. Non so cosa fosse. Un giorno mi sono svegliato sentendo quelle quattro note, quei quattro accordi, allora ho messo giù un testo ispirato alla mia infanzia”:

“Chan Chan”

De Alto Cedro voy para Marcané
Luego a Cueto voy para Mayarí
El carino que te tengo
Yo no lo puedo negar
Se me sale la babita
Yo no lo puedo evitar...

Sono questi versi di apertura di ‘Chan Chan’, la celebre canzone cubana più amata al mondo, inserita nell’album “Buena Vista Social Club”, tanto per dire che l’Afro-Cuban All Stars fiore all’occhiello della musica cubana e Buena Vista Social Club sono ormai un sogno diventato realtà. La canzone narra di un piccolo screzio fra Chan Chan e Juanica, una coppia immaginaria di innamorati della tradizione popolare cubana, e lo fa con un testo semplice e molto poetico, sulle note di una melodia ipnotica e seducente. A cosa è dovuto lo straordinario successo di questo gruppo di artisti che ancora oggi si esibiscono in tutto il mondo? Probabilmente al calore e al ritmo travolgente della musica latina i cui generi sono riproposti all’interno delle loro composizioni quasi totalmente. Ma non solo. Il pubblico sente infatti la passione e l’entusiasmo di musicisti che, a discapito di età anche molto diverse (dai 13 anni dei nuovi membri agli 80 e più degli storici, come il trombettista Manuel ‘Guajiro’ Mirabal), sono uniti da un legame umano molto forte e da un grande amore per le tradizioni della loro terra.

Ma introduciamo il nostro prossimo ospite, sicuramente il più simpatico in assoluto:

*Ibrahim Ferrer Planas – voce, nato nel 1927 a Santiago de Cuba è stato un popolare musicista di ‘son cubano’. Rimasto orfano all’età di dodici anni divenne un musicista di strada, un mestiere come un altro per sopravvivere, ma subito dopo, all’età di tredici anni costituì il suo primo gruppo in duo con un cugino Jovenes del Son. Insieme riuscirono quindi ad ottenere una certa indipendenza economica esibendosi nelle feste private. Negli anni successivi Ferrer suonò con più gruppi, fra i quali i Conjunto Sorpresa e l'Orquesta Chepin-Choven. Il leader di quest'ultima compose uno dei più grandi successi di Ferrer: El Platanal de Bartolo. Nel 1953 Ferrer iniziò a suonare con il gruppo di Pacho Alonso a Santiago. Nel 1959 il gruppo si spostò permanentemente a L'Avana, ribattezzandosi Los Bocucos, da un tipo di tamburo molto usato a Santiago. Con Alonso, Ferrer suonava principalmente guaracha, son ed altri brani up-tempo. Tuttavia egli desiderava cantare dei bolero. Fu solo quasi quarant'anni dopo, con l'uscita nel 1999 del disco prodotto da Ry Cooder "Buena Vista Social Club" (vincitore di un Grammy Award), che il talento di Ibrahim Ferrer come cantante di bolero divenne noto in tutto il mondo.
Nel 1996, Ferrer prese parte ai concerti ‘World Circuit’, quando seppe che era richiesto un cantante di bolero vecchio stile. In quell'anno incise l'album A Toda Cuba le Gusta con gli Afro-Cuban All Stars, un album che ricevette una nomination per un Grammy Award. Nel 1998 incise un album per l'etichetta cubana EGREM, Tierra Caliente: Ibrahim Ferrer con Los Bocucos. In quest'album si possono ascoltare la voce ed il fraseggio unico di Ferrer, i ricchi ed intricati arrangiamenti, nonché l'eccellente tromba solista del leader Roberto Correra, ed i suoni tesi e ritmati dei Bocucos. Lo stile dell'album è una fusione di son e jazz da big band. Nel 1999 Ry Cooder incise il primo album da solista di Ferrer. Membro del Buena Vista Social Club, Ferrer continuò a suonare a livelli internazionali fino al 2003, e nello stesso anno pubblicò la sua seconda incisione da solista: Buenos Hermanos.

*Eliades Ochoa - chitarra e voce, (Songo-La Maya, 22 giugno 1946) è un cantante, chitarrista e compositore cubano. Cantautore con profonde radici rurali, considerato uno dei più importanti soneros e strenuo difensore della musica tradizionale cubana, nasce nella campagna, en el campo, a pochi chilometri da Santiago di Cuba. All'età di sei anni impara a suonare la chitarra ed il tres grazie anche ai suoi genitori, entrambi valenti soneros. Dotato di un grande istinto musicale che gli permetteva in brevissimo tempo di memorizzare sia le parole che il giro armonico delle canzoni che ascoltava, riuscì ben presto ad eseguire con maestria diversi stili di musica tradizionale cubana, come sones, guaracha, guajira e boleros. Nel giro di qualche anno passò da musicista solitario che guadagnava pochi spiccioli nelle vie dei quartieri a luci rosse a componente di gruppi importanti come il Quinteto Oriental e, all'inizio negli anni '70, il Septeto Tipico. Quando in seguito riuscì a formare un proprio trio era già talmente noto che gli abitanti di Santiago conoscevano alla perfezione il suo repertorio. Nel 1978 Pancho Cobas, direttore della Vieja Trova Santiaguera, gli propose di entrare a far parte del Cuarteto Patria. Eliades accettò e fece di questo gruppo la band di son più amata e apprezzata di tutta l'America Latina. Nel 1986, insieme al celebre musicista cubano Compay Segundo, incise l’ormai famoso brano ‘Chan Chan’.
Nel 1997 Eliades Ochoa partecipò, con diversi altri musicisti tradizionali cubani, al progetto Afro-Cuban All Stars che, fra le altre cose, portò alla realizzazione del disco (e più tardi del film) Buena Vista Social Club, vincitore l'anno seguente del Grammy Award nella categoria della musica tradizionale. Come Compay Segundo, anche Eliades suona una chitarra "modificata" composta da otto corde anziché le sei convenzionali; con questo sistema riesce a riprodurre il suono di una normale chitarra classica con l'aggiunta di una sonorità tresera. Sempre accompagnato dal suo cappello da cowboy Eliades Ochoa ha fatto numerosissime tournée, toccando più di quaranta stati dall'America Latina al Canada, all'Europa, agli Stati Uniti, arrivando fino al Giappone; ha registrato moltissimi dischi, con titoli estremamente importanti per la musica cubana come ‘Son de Oriente’, ‘Chanchaneando’ con Compay Segundo, ‘La Venganza de Perico’ con il sassofonista camerunese Manu Dibango, ‘El guateque de Don Tomas’ con Bob Dylan e la famosissima ‘Pintate los labios Maria’, il cui video, realizzato da Frank Padron, ha ricevuto vari premi Lucas e diversi riconoscimenti internazionali.

È il 7 settembre del 1999 quando nelle sale cinematografiche di mezzo mondo esce il film-documentario col titolo ‘Buena Vista Social Club’ che riscuote un successo strepitoso, e vince numerosi premi tra cui Echo Award al miglior gruppo pop rock internazionale ‘Echo Award’ per la migliore produzione jazz. Wim Wenders filma le session, sfruttando il format Digital Video, recentemente sviluppato, avvalendosi dell'aiuto di Robert Müller, suo collaboratore di lungo corso. Ne approfitta per intervistare alcuni membri dell'ensemble e non perde l'occasione di registrare il gruppo in una famosa performance ad Amsterdam, la prima con l'intero line-up e un secondo concerto alla Carnegie Hall di New York. È indubbio che l’opera filmica di Wenders ha giocato un ruolo importante nella rinascita della musica cubana, permettendo agli stessi cubani di riscoprire coloro che erano stati i grandi interpreti nazionali. La pellicola, infatti, si apre con un giro di ricognizione dell’isola da Ry Cooder alla scoperta di quelli che erano stati i luoghi ‘un tempo famosi’, come i locali alla moda, i Club della musica cubana. Quindi, dopo aver individuato quanti ancora vivevano sul territorio, ha intervistato alcuni membri storici del gruppo originario che si esibiva al Buena Vista Social Club, riprendendone le esibizioni alla vecchia maniera.

È così che scopriamo la vita privata di ognuno dei singoli componenti che si racconta e ci racconta la propria esperienza musicale, i successi, la decadenza e la scomparsa di quei Club ch’erano stati il fulcro internazionale della musica cubana, e da cui tutto è ricominciato, con un eccezionale incasso di oltre 23 milioni di dollari, consacrando in tutto il mondo la musica cubana. Ma se “..la bella musica fa sognare, spesso sono proprio i sogni che ispirano la musica”, è quanto accaduto a Cuba, cheil ‘sogno’ di pochi si è fatto realtà, incarnandosi in un gruppo musicale diventato una punta di diamante della musica afrocubana.

Info:
La Habana prepara el primer Festival de Salsa en Cuba, que abrirá con un conciertazo de la emblemática orquesta Van Van el 25 de febrero en el Parque Metropolitano de la capital, anunciaron medios oficiales.
De acuerdo con el sitio de la emisora Radio Habana Cuba, Isaac Delgado también estará presente en la inauguración del evento, diseñado para dinamizar la escena de la música popular cubana y sus bailes.
El principal promotor del Festival, Maykel Blanco, pianista y líder de la orquesta Salsa Mayor, dijo a la prensa que la actividad “será escenario para presentar ante un amplio público agrupaciones de primera línea, noveles y consagradas”.
Para el día 26, está programado la presentación de El niño y la verdad y Pupy y los que Son Son, mientras que el día siguiente actuarán Havana DePrimera, Klimax, El Noro y Primera Clase, y para cerrar el domingo, Maykel Blanco y Salsa Mayor, Elito Revé y Bamboleo.
De acuerdo con el medio, el programa también incluye clases de baile, espectáculos de Dj cubanos y extranjeros, desfiles de comparsas, venta de discos, presentaciones de agrupaciones de pequeño formato y variadas ofertas gastronómicas.

Discografia:

“Alo Cubano” – Orishas - Chrisalis
“The Buena Vista Social Club” - World Circuit
“Omara Portuondo” – World Circuit
“Ibrahim Ferrer” – World Circuit
“Introducing .. Ruben Gonzales “ – World Circuit
“Chanchullo” – Ruben Gonzales – World Circuit

Ry Cooder “The slide area” – Warner Bros
Ry Cooder “Bop till you drop” – Warner Bros
Ry Cooder “Crossroads” – Original Motion Picture Soundtrack – Warner Bros
Ry Cooder – Joseph Byrd “Jazz” – Warner Bros

Contatti in Italia:
Cubaclub - Saber s.r.l. - Via Newton, 11
67051 Avezzano (AQ)
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